Dice: «Ma quanto tempo occorre che passi da quando tolgo il cellophane al mio nuovo libro a quando potrò sedermi pacificamente in poltrona a leggerlo?»
Beh, piano con la poltrona! Per quello occorre almeno che il testo venga tradotto in mp3 e trasportato su un lettore… In tal modo poltrone di casa, sedili di autobus e treni, panchine del parco, e persino le spiagge e i boschi d’alta montagna potranno essere anche per noi luoghi adatti all’attività del leggere.
Ma prima di arrivarci, dovremo ancora lavorare un po’.
Suvvia, non mi cedete proprio adesso che siete arrivati fin qui…
Ora che ci penso, se proprio ci tenete alla poltrona, un’idea da darvi ce l’ho; sempre che la poltrona si trovi nella stessa stanza del computer. Compratevi una tastiera senza fili e accomodatevi. Lo schermo sarà lontano, ma la voce dalle casse la sentite ugualmente… E quelli che usano la barra? Quelli devono soffrire, e d’altronde ci sono abituati, a sentire le espressioni da spavento che escono dalla bocca di tanti insegnanti di sostegno i quali vanno in giro a dire che il Braille è obsoleto, e soprattutto diffiiicile!
Ma,chiacchiere a parte, cosa c’è da fare ancora?
Un momento!
Ciò che abbiamo acquisito con FR, possiamo leggerlo anche restando nel programma e senza esportare in altra applicazione. Non è ilnon plus ultra. Ad esempio, la lettura continua di Jaws andrà bene per una pagina; ma poi bisognerà voltare manualmente.
Bisognerà tenere sotto controllo lo zoom e qualche altra cosetta[1].
Vediamo…
Se ricordiamo la finestra del batch, ricordiamo anche che, dal <menu/finestra>, ci è possibile scegliere di operare:
a) nella <finestra batch>, dove selezioniamo le pagine e visualizziamo eventualmente i dettagli;
b) nella finestra immagine, che non ci appassiona più che tanto, a meno che – e questo è importante – non vogliamo e possiamo chiedere a una persona vedente di confrontare con l’immagine un punto del testo riconosciuto male;
c) nella finestra testo, in cui possiamo leggere efare operazioni di editing;
d) nella finestra zoom[2], per cui vale esattamente quel che abbiamo detto al punto b);
e) nella finestra ricerca avanzata - <menu/modifica/ricerca avanzata> -, dove Finereader ci mostrerà un elenco ipertestuale delle pagine in cui compare la stringa che abbiamo digitato nel campo di ricerca[3].
Quello che abbiamo fatto fin qui non è in un file unico. Abbiamo usato la parola batch associandola mentalmente ad una serie di operazioni sequenziali che – adesso lodiciamo – hanno creato una cartella col nome che noi abbiamo dato al batch nel momento del salvataggio[4]. In questa cartella si trovano tanti files. Alcuni sono quelli in cui il programma memorizza le impostazioni. Ad esempio, se apriamo “Scanman.ini” (lo si può fare col Blocco note), troviamo le impostazioni dello scanner[5].
Gli altri file contenuti sulla cartella, numerati in progressione, hanno due tipi di estensione: tif e frf. I primi sono files immagine, i secondi sono le elaborazioni del programma salvate in formato “Finereader data page”. Se cliccate su un file tif, è molto probabile che vi sia già un’associazione nel vostro sistema con un visualizzatore di immagini. Ma è altrettanto probabile che molti fra voi, quelli più al buio – diciamo -, non se ne avvedano, salvo per il fatto che il comando <insert+t> di Jaws li informerà che un’altra applicazione è stata aperta. AD esempio, in questo modo:
“0348.tif - Visualizzatore immagini e fax per Windows”.
Chi di una tal cosa non sa che farsi, può senz’altro chiudere tutto, ora che si è tolto la curiosità, e tornare alla sua finestra batch.
Domanda: ma dalla finestra di prima io avrei potuto eliminare i files inutili, oppure eliminare tutto dopo essermi assicurato che la copia definitiva del mio libro è stata eseguita con tutti i crismi.
Sentite a mme! Non fatelo. Per tutte le operazioni che intendete fare, operate sempre dall’interno del programma, e le cose verranno fatte bene.
Nello specifico, per eliminare una pagina o tutto il batch, per rinumerare le pagine, ecc., <menu/batch> ha tutto quanto serve.
Per fare in modo che tutto il lavoro confluisca in un file unico, ci sono vari modi, e a suo tempo ne abbiamo indicato uno. Si trattava e si tratta della combinazione <control+s>, che non è calata dal cielo, ma fa riferimento al menu.
La pletoricità del menu di Finereader ci permette di comandare il salvataggio delle pagine da due posizioni principali e altre secondarie.
Tanto nel <menu/file> quanto nel <menu/processo> c’è una riga <salva risultati>, che evocano entrambe la stessa identica procedura. Affezionatevi a quella che preferite, ma arriverete pari al traguardo.
La riga <salva risultati> apre un sottomenu. Eccolo.
Comando |
Combinazione tasti |
Salvataggio guidato... |
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Salva pagine... |
Ctrl+S |
Invia pagine per posta elettronica... |
Ctrl+M |
Invia tutte le pagine a |
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Invia pagine selezionate a |
|
Salva immagini... |
Ctrl+Alt+S |
Invia immagini per posta elettronica... |
Ctrl+Alt+M |
Essendo voci facilmente comprensibili, mi soffermo soltanto sulle righe 3, 5 e 6 della tabella.
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Corrisponde alla voce <salva pagine> e serve per esportare il lavoro contenuto nel batch in un singolo file o in una cartella di file con un dato formato, come per esempio doc, html, pdf o txt.
La finestra di dialogo – si è già detto – assomiglia a quelle che solitamente si aprono col comando <salva con nome>, <salva come> o <tipo file>, a seconda dell’applicazione in cui siamo.
In sostanza c’è da dare un nome[6], da fissare un percorso di destinazione, e da scegliere il formato in cui si vuole avvenga il salvataggio.
Ma ci sono anche campi specifici.
- <Salva pagine> ci fascegliere se vogliamo salvare tutte le pagine o solo quelle selezionate.
- <Opzioni file> ci permette di:
o Creare un file distinto per ogni pagina;
o Creare un file nuovo in corrispondenza di ogni pagina bianca;
o Creare un file unico per tutte le pagine.
- <Impostazioni> ci riporta in una maxifinestra che già conosciamo, nel caso che intendessimo correggere i parametri dell’applicazione in cui andiamo a salvare. Come ho già detto da qui, le modifiche avranno luogo solo per il processo in atto. Ma vedremo poi come eventualmente conservare questo tipo di lavoro.
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A noi scegliere tra:
Nella riga 6 troviamo: <invia pagine selezionate a> |
Le righe del sottomenu sono identiche alle precedenti. Ma come facilmente s’intuisce, questa volta, destinate all’esportazione in Word, html, ecc., saranno soltanto le pagine che avremo preventivamente selezionato nella finestra del batch. Identico anche il discorso sugli appunti.
A dire il vero la differenza nelle due modalità di esportazione – quella della riga 3 e quelle delle righe 5 e 6 – non è così macroscopica.
Nel primo caso il file o i files prodotti sono già salvati sul disco e noi dovremo eventualmente cancellarli se riscontriamo problemi.
Nel secondo i files che appaiono in Word – diciamo – sono ancora aperti e dovremo salvarli nel caso vada tutto bene.
Ma tutto il resto – formattazione ecc. – è identico.
Un fuori tema ma pertinente.
La riga <invia immagine per posta elettronica> può fare, via e-mail, ciò che di solito si fa
col fax: trasmettere a distanza il duplicato di un documento cartaceo, anche
scritto a penna, si fa per dire. E diventa assai pert inente
se si usa uno di quei servizi che si servono anche della posta elettronica per
consentire l’invio e la ricezione dei fax. E va da sé che quando si riceve un
fax in questa modalità, sarà facile procedere al suo riconoscimento tramite lo
stesso FR.
Nel momento in cui abbiamo idee un po’ più chiare su cosa ci serve nell’una o nell’altra occasione, possiamo tentare di sveltire il tutto e diminuire il nostro personale impegno alla tastiera.
Le procedure automatizzabili, meglio dire piuttosto memorizzabili che vi propongo riguardano due aspetti: l’impostazione delle opzioni e la fase di acquisizione/riconoscimento/salvataggio/esportazione.
Seguendomi fin qui, avete smanettato in FR, apportando un certo numero di modifiche alle impostazioni iniziali.Queste impostazioni sono state memorizzate nel batch; per cui, ogni volta che lo riaprirete, ritroverete le stesse impostazioni dello scanner, le stesse lingue per il riconoscimento, ecc.
Ma, volendo importare queste impostazioni in un nuovo batch, come fare?
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Aprire il batch che deve fare da modello. Quindi <menu/file/nuovo batch> - <control+n>. Le impostazioni del precedente saranno mantenute. Ma io potrei non ricordare bene quali erano le impostazioni del batch che ho chiamato “L’impero di Cindia” perché contiene l’omonimo libro di Federico Rampini. Magari potrei salvarle da qualche parte. Si può?
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Torniamo nella finestra delle opzioni e ci portiamo sulla prima scheda, “Generale”. Procedendo con <tab>, troviamo due pulsanti: <Salva opzioni> e <Carica opzioni>.
Premiamo il primo.
Siamo ora nella solita finestra di risorse, come quella del <salva con nome>. Diamo un nome, scegliamo un percorso ed è fatta. Noteremo che l’estensione di questi files è fbt (Finereader batch template – modelli di batch per Finereader). Importante perché funzionano su qualunque computer. Quindi chi trova configurazioni particolarmente geniali, può farne dono ad altri che se ne avvantaggeranno. Ma come?
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Disponete di un file fbt salvato in precedenza da voi stessi o ricevuto da altri. Se lo avete salvato in una cartella, il pulsante <carica opzioni>, tramite l’apertura di una finestra di risorse, mi permette di raggiungerlo, di selezionarlo e di cliccarci sopra. Dati tutti gli OK del caso, il batch che avete aperto in quel momento assumerà le impostazioni caricate nel modello (fbt), che potete anche cambiare caricandone un altro in un secondo tempo[8].
Nel menu/processo c’è una riga <operazioni automatiche< che porta a un sottomenu.
Qui troviamo alcune righe che parlano da sole, in un certo senso:
- PDF/immagine in Word;
- Scandisci in pdf;
- Scandisci in Word.
Se da un pdf volete arrivare a generare un file di Word, avete il vostro comando. Se da una pagina sullo scanner volete arrivare a Word, ne avete un altro.
L’ultima riga del sottomenu si chiama <gestione automazioni> e da qui potete creare voi stessi una sequenza di operazioni che v’interessa mettere in fila. Ad esempio, potrebbe piacervi l’idea di acquisire dallo scanner le sole immagini e quindi avviare un’operazione automatica che legge e quindi invia a Word.
Insomma, se devo dire la verità, si vive anche senza… Ma chi vuol provare, non avrà vita difficile. Il comando fa partire una procedura assistita passo per passo. Nel primo passaggio si assegna un nome all’operazione. Si preme <avanti> e con <tab> si percorrono i campi relativi all’operazione che da quel punto possiamo scegliere. Quando vogliamo premiamo <fine> e verifichiamo che l’operazione da noi nominata compaia nel menu. La lanciamo e vediamo di nascosto l’effetto che fa.
Per eventualmente eliminare l’obrobrio che abbiamo combinato, torniamo nella finestra da cui siamo partiti per creare quell’automatismo – rapidamente <control+t – e cancelliamo con <canc>.
Curiosità. Il comando <control+w> si appiccica all’ultima operazione automatica che abbiamo fatto. Per cui, se vi piace l’operazione <scandisci in Word>, dopo la prima volta non dovrete più andare a cercarla nei menu. <control+word> e passa la paura…
Un’altra cosina. La finestra di gestione delle automazioni si può aprire anche dalla prima riga del <menu/strumenti>.
«Melius abundare>…
[1] Importante è,, ad esempio, una cosa come questa. FR, per la sillabazione, usa i trattini facoltativi. Generalmente nascosti, spuntano fuori a fine riga quando la parola ha bisogno di essere sillabata. Il carattere di questo trattino è 0172, che però Jaws non riconosce come segno di punteggiatura e quindi lo pronuncia in ogni caso. Per evitare che ciò accada, in quanto piuttosto fastidioso, bisogna agire sul dizionario di Jaws, mettendo nel campo della parola effettiva il codice 0172 e in quello della parola in sostituzione il codice 045 oppure digitare il trattino sulla tastiera. Solo in questo modo la lettura continua non verrà disturbata.
[2] La finestra zoom si può visualizzare o nascondere dal <menu/visualizza/zoom>. Nel sottomenu, oltre che il comando per visualizzare, ce ne sono altri per dire a FR in quale posizione dello schermo far apparire la finestra e in che scala.
[3] Per accedere all’elenco bisogna usare il cursore Jaws e la barra del tastierino, in emulazione del mouse, per aprirle con un clic .
[4] La prima volta che salvate un batch, esplorate la finestra di dialogo per vedere in quale percorso FR salva i suoi batch. E se avete idee migliori, createvi pure il vostro percorso, del tipo: “C:\DOCUMENTS AND SETTINGS\NOMEUTENTE\DOCUMENTI\FINEREADER BATCHES\, o qualcosa di simile.
[5] Chi ha proprio la curiosità, pur in mancanza di conoscenza dei linguaggi di programmazione, di vedere cosa c’è dentro questo file, è pregato di farne una copia, incollarlo altrove e leggerlo in quella posizione. In questo modo, eventuali modifiche non volute non incideranno sul funzionamento del programma.
[6] Finereader propone lo stesso nome del batch, ma si può modificare tranquillamente.
[7] Perché la cosa funzioni, occorre che i programmi citati, o almeno quello che c’interessa, siano installati sulla macchina. Altrimenti, se ci si limita ad usare il Blocco note o Wordpad, Da questo sottomenu sceglieremo <appunti>, che poi andremo ad incollare nell’editor.
[8]Sarà bene che, nell’assegnare i nomi ai files fbt, si mantenga un criterio dichiarezza e trasparenza. Ad esempio: “foglio verticale.fbt”, adatto per l’acquisizione di documenti di quel tipo; “libro luminosità automatica.fbt”; “libro luminosità manuale.fbt” e anche maggiori raffinatezze. Poniamo che ci si accorga che la carta riciclata venga meglio con determinati parametri: perché non salvare un template chiamandolo “carta riciclata.fbt”? Insomma potete sbizzarrirvi, ma non esagerate.